Radioterapista – Oncologo

Il tumore al seno
dalla parte del Radioterapista Oncologo membro della Breast Unit della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo

La radioterapia è parte integrante del percorso di cura delle donne affette da tumore al seno perché riduce il rischio di recidive locali, cioè la ricomparsa del tumore, e migliora la sopravvivenza, come dimostrato da numerosi studi scientifici che hanno lungamente seguito le pazienti negli anni.

Il trattamento si esegue generalmente in 3-5 settimane, con sedute quotidiane, dal lunedì al venerdì, con suddivisione della dose totale di radioterapia di 40-50 Gy in frazioni giornaliere di 2-2.67 Gy [Gy, abbreviazione di Gray, è l’unità di misura della dose di radiazioni].

In caso di necessità, viene somministrata una dose aggiuntiva (boost) nella zona dove era presente il nodulo asportato chirurgicamente, può essere eseguito concomitante alla radioterapia di tutta la mammella, ed in questo caso viene definito SIB (Simultaneous Integrated Boost).

Nel corso degli anni la ricerca ha permesso un’ottimizzazione di quelli che sono i trattamenti radioterapici, in particolare per la radioterapia del tumore al seno ha prodotto nuovi protocolli grazie ai quali è possibile irradiare in tempi più brevi (ipofrazionamento) o su porzioni di tessuto del seno più circoscritte (irradiazione parziale).

Il più recente ipofrazionamento introdotto prevede lo svolgimento del trattamento nell’arco di una sola settimana di terapia con un totale di 5 sedute di trattamento.

Per quanto riguarda l’irradiazione parziale della mammella (Partial breast irradiation o PBI) consiste nell’irradiazione della parte di mammella corrispondente alla zona del letto operatorio, trattamento riservato a pazienti altamente selezionate.

Questo è stato possibile soprattutto grazie all’impiego di tecnologie innovative e all’acquisizione di nuove conoscenze sulla biologia delle cellule e sulla loro capacità di resistere ai danni provocati dalle radiazioni. La riduzione dei tempi e dei volumi della radioterapia del tumore al seno si è dimostrata, in studi randomizzati, efficace e sicura, nonché di migliore impatto sulla vita delle pazienti.

In aggiunta all’ottimizzazione di frazioni e volumi, si è unito anche un miglioramento delle tecniche di irradiazione, con tecniche sempre più all’avanguardia, che permettono un’erogazione della dose sempre più conformata, con notevole risparmio delle strutture sane. Un esempio è sicuramente il trattamento in inspirazione (deep inspiration breath hold) che tramite l’utilizzo di un device che permette il monitoraggio respiratorio, garantisce un’irradiazione in sola fase inspiratoria. L’espansione della gabbia toracica permette di allontanare il volume target, dal cuore, ottenendo trattamenti sempre più sicuri.

La radioterapia post-operatoria trova indicazione in tutti i casi di chirurgia conservativa, ed in alcuni casi di chirurgia radicale (valutando dimensioni del tumore, coinvolgimento linfonodale, margini, e ulteriori fattori di rischio).

Il trattamento radioterapico prevede diverse fasi. Innanzitutto, viene eseguita la prima visita in cui vengono fornite tutte le informazioni necessarie alla paziente, successivamente viene eseguita una tac di centratura, necessaria alla creazione del piano di cura, la pianificazione del trattamento permette infatti di identificare la zona esatta che deve essere trattata e la dose di radiazioni più idonea.

Inoltre, viene posta particolare attenzione al risparmio degli organi sani, detti anche organi a rischio, al fine di evitarne i possibili effetti collaterali e i danni nel tempo.

Infine, la fase del trattamento vero e proprio, con visite in corso di terapia per il monitoraggio di possibili effetti collaterali acuti. Durante la seduta non si percepirà alcun dolore fisico. L’irradiazione richiede pochi minuti. Anche se la paziente rimane sola nella stanza di trattamento, i tecnici la osservano attraverso una telecamera e un sistema interfono, in modo da poter comunicare con lei in ogni momento.

La pianificazione della radioterapia del tumore al seno deve essere definita con tutti gli specialisti del gruppo multidisciplinare della Breast Unit e condivisa con la paziente, tenendo sempre in mente che la strategia più appropriata da adottare deve garantire il miglior risultato estetico senza alterare la “sicurezza” oncologica del trattamento.

Dott.ssa Elisabetta Bonzano
Dirigente Medico
Radioterapia
Dipartimento Oncologia ed Ematologia
Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo Pavia